La liberazione dei liquidi filtrati dal rene, cioè l'urina, rappresenta per l'organismo uno sgravio molto importante di tossine, specialmente quelle d'origine proteica: acido urico, urea, creatinina, oltre a ossalati, tanto che in caso d'insufficienza renale e di conseguente ritenzione idrica (cioè di accumulo di liquidi) in tutto l'organismo si verifica un vero e proprio avvelenamento del sangue. I primi sintomi (dolori alle articolazioni e senso di spossatezza) preludono a una grave compra missione di tutte le funzioni organiche, che obbliga a ricorrere alla dialisi, il filtraggio del sangue mediante un rene artificiale per eliminare le scorie tossiche.
Il vino svolge un ruolo importante sia nel favorire Peliyninazione delle urine sia nel mantenerle relativamente povere di scorie azotate.
Il più indicato, a questo fine, è quello bianco secco: già Ippocrate lo prescriveva ai soggetti affetti da idropisia (cioè ritenzione di liquidi).
La preferenza accreditata ai vini bianchi è da attribuire al loro elevato contenuto di potassio, più o meno abbondante a seconda della natura del terreno; per esempio le uve coltivate in zone vulcaniche sono sensibilmente più ricche in questo elemento minerale, che poi si ritrova nel vino.
Il potassio, ricordiamo, si oppone all'azione del sodio che ri chiama acqua tra le cellule: il fenomeno che appunto si chiama ritenzione idrica e si risolve in un gonfiore di tessuti. Tuttavia nel vino il potassio tende a depositarsi (come bitartrato di potassio) a causa dell'alcol che si è formato durante la fermentazione alcolica e a causa del freddo invernale. Per questo motivo è meglio bere il vino appena prodotto e, sotto questo aspetto, risulta più utile l'uva del vino. In particolare l'azione diuretica viene svolta dai sali di potassio (come carbonato, bi- tartrato, solfato). Analogamente al potassio, anche il magnesio svolge azione diuretica.
Un altro componente del vino stimola in modo sostanziale la diuresi: si tratta, ancora una volta, dell'alcol. Come agisce in questo caso l'alcol? Inibisce la secrezione di vasopressina, un ormone ipofisario che tende a trattenere l'urina. cioè a provocare ritenzione idrica. Inoltre l'alcol favorisce la filtrazione renale, cioè la diuresi, esercitando la sua capacità vasodilatatoria sui capillari renali. Dunque il vino, favorendo la diuresi, mantiene i reni in buon stato funzionale e conseguentemente protegge l'organismo dall'ipertensione arteriosa. È, invece, da sconsigliare l'assunzione di vino nei disturbi re - nali acuti accompagnati da stati febbrili (per esempio nei casi di cistiti, uretriti, nefriti acute, prostatiti).
Gli esperti francesi consigliano per contrastare la ritenzione idrica il Muscadet e lo Champagne brut, mentre noi suggeriamo i vini bianchi secchi provenienti dalle pendici dei monti vulcanici e, per far la pari coi cugini d'Oltralpe, uno dei numerosi e ottimi spumanti brut italiani. La preferenza che viene accordata ai vini bianchi rispetto a quelli rossi è dovuta anche al loro maggior contenuto di zolfo (sotto forma di sali vari, in genere bisolf ti); giova qui ricordare che per una sicura riuscita della fermentazione alcolica e per conferire al vino una maggior resistenza alle malattie e una buona conservabilità, è consuetudine aggiungere bisolfito. Questa sostanza solforosa viene addizionata in maggiori quantità al mosto di uva bianca o al vino bianco, essendo questo più sensibile all'azione dell'ossigeno contenuto nell'aria che tende a imbrunirlo precocemente. Questi sali di zolfo hanno tra l'altro la capacità di eliminare alcune tossine alimentari.