Fino al XIX secolo la quota di pane consumato aumentò gradualmente fino a 300 chilogrammi pro capite l'anno. Fu solo nei periodi di particolare benessere, come durante il boom economico degli anni Sessanta, che si ebbe un calo di consumi del pane a favore della carne.
Nell'alimentazione odierna il pane assume un significato importante, anche grazie alla varietà dei prodotti a disposizione, da quelli più elaborati e sopraffini fino al ritorno a farine di cereali, considerate da sempre povere ma che oggi recepite come di alta qualità.
Oggi non si ha tempo per il pane
Al giorno d'oggi acquistare il pane fresco ogni giorno sembra un'impresa: strangolati come siamo dai ritmi della vita moderna, è quasi impossibile trovare il tempo di recarci quotidianamente al panificio. Perciò spesso ci si riduce al consumo dei pani a cassetta preconfezionati che però non hanno le stesse caratteristiche nutritive e capacità di saziare tipiche del prodotto fresco.
Nella riscoperta di nuovi valori anche nel campo dell'alimentazione, c'è chi opta per queste soluzioni:
L'acquisto di pane in panifici di qualità e la sua conservazione nel congelatore; il pane congelato conserva comunque una buona qualità e può essere scongelato e riportato a freschezza inserendolo in forno a una temperatura non superiore ai 70°C;
La produzione casalinga, a mano o attraverso una macchina del pane.
Il pane cambia il proprio gusto, consistenza e aspetto a seconda della nazione, della regione, o addirittura della famiglia in cui viene preparato. Una cosa però non muta: i suoi ingredienti principali, cioè farina, acqua e lievito.