I Greci, invece, conobbero probabilmente l'arte della panificazione dalle popolazioni del nord, che sostituirono alla civiltà Minoica quella Micenea, divenuta poi la civiltà delle poleis. E' proprio in queste antiche popolazioni che al primitivo composto di farina e acqua si iniziarono ad aggiungere altri prodotti come il latte, le spezie ecc. e furono proprio loro a istituire i primi forni pubblici e le prime regole per la panificazione. Da ultimo, i Greci trasmisero le proprie conoscenze ai Romani.
Nel periodo dell'antica Roma il pane diventa il cibo di tutti: addirittura per legge viene stabilito che il prezzo della farina di frumento da vendere alla popolazione per fare il pane fosse più basso del prezzo di mercato. L'arte del pane si diffuse a Roma dopo la sconfitta del re Macedone Perseo, a opera dei sui schiavi greci che ne importarono la lavorazione. Gli storici Ateneo, Plinio il Vecchio e Gellio ci informano sui tipi e le qualità dei pani: dalla galletta di farina d'orzo al vero e proprio pane di farina di grano che vennero a soppiantare il puls (farinata di farro o di fave) fino ad allora cibo nazionale romano.
La panificazione come servizio pubblico sotto il controllo degli Edili fu introdotta a Roma nel 168 a.C. e conobbe un grande sviluppo, tanto che ai tempi di Augusto si contavano nella sola capitale più di 400 forni. Pertanto, se l'arte della panificazione nei tempi antichi non era così evoluta come quella odierna, era comunque inconstabilmente efficace. Ne sono testimonianza le numerose raffigurazioni sulle pareti delle piramidi o gli affreschi rimasti di epoca romana, come quelli, importantissimi, delle città di Pompei ed Ercolano.