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L'ACCENSIONE RITUALE DEL FORNO DI PALAZZO REALE A CAPODIMONTE



Domenica 8 febbraio la trasmissione Linea Verde di Rai Uno, trasmetterà una puntata dedicata alla Campania, alla sua agricoltura, ai problemi esistenti ma anche alla rivalutazione e alla riqualificazione del territorio, come la Reggia di Carditiello e il Bosco di Capodimonte, dove sarà prevista l’accensione del forno di Palazzo Reale a Capodimonte dove nel 1889 nacque la Pizza Margherita. 
Era l’estate del 1889 quando il re Umberto I con la regina Margherita di Savoia, si trovava a Napoli, nella reggia di Capodimonte per trascorrere, come imponeva la monarchia, un periodo nel Regno delle Due Sicilie. In questi giorni i reali scoprirono l’interesse della gente verso particolari focacce al pomodoro e così i responsabili delle cucine invitarono alla reggia il più celebre fornaio di Napoli, Raffaele Esposito, titolare della celebre pizzeria Pietro il Pizzaiolo, ubicata all’epoca alla salita Sant’Anna, poco lontano da via Chiaia, sede dell’attuale pizzeria Brandi. Don Raffaele, accompagnato dalla moglie donna Maria Giovanna Brandi, vera autrice delle pizze presentate ai sovrani, utilizzando i forni reali preparò la “mastunicola” (pizza bianca) e la pizza pomodoro, mozzarella e basilico. La regina apprezzò proprio quest’ultima, non solo per il sapore ma anche per l’omaggio al tricolore italiano. Don Raffaele la chiamò “alla Margherita” ed il giorno dopo la inserì nel menù del suo locale che ebbe un’enorme affluenza di clienti.

In realtà il forno era stato costruito in precedenza da Ferdinando di Borbone per far assaggiare la pizza alla moglie Carolina durante un ricevimento, come racconta Salvatore Di Giacomo raccogliendo la testimonianza del pizzaiolo Domenico Testa, figlio di ‘Ntuono, che divenne monzù (una sorta di chef della cucina napoletana e siciliana) per nomina regale.

La grande tradizione culinaria partenopea raccontata dal Maestro Enzo Coccia, supportati dai suoi fidati collaboratori Eduardo Ore ed Emanuele Corona.

Impegnato al forno il pizzaiolo Eduardo Ore ha dichiarato: “Quando ho appiccato il piccolo focolaio di fascine e legna nel forno mi tremavano le braccia, le mani e il cuore, è stata un emozione fortissima, oltre un secolo di storia mi è passato davanti agli occhi. Operare nel forno della Regina Margherita è stato un privilegio, un onore e un emozione che condivido con tutti i pizzajuoli professionisti, i napoletani e gli appassionati che l’hanno salvaguardata nei secoli e la portano nel cuore diffondendo nel mondo questa magnifica opera d’arte di nome pizza Napoletana“.








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